L’ACQUA NELL’ALIMENTAZIONE SPORTIVA

Se fosse possibile affermare che un nutriente è più essenziale degli altri, questo dovrebbe essere detto dell’ ACQUA.

L ’acqua è il principale componente del corpo umano, rappresentando circa il 55% e il 60% peso corporeo rispettivamente di una donna e di un uomo adulto, e arrivando fino al 75% del peso di un neonato.

L’acqua non apporta calorie, ma può considerarsi un nutriente perché ha un ruolo definito nei processi fisiologici e del metabolismo umano. Risulta indispensabile alla vita.

La quantità ottimale di liquido che deve assumere un adulto ogni giorno è di 2 litri complessivi, per recuperare i liquidi persi con le urine e distribuire nel corpo la quantità d’acqua necessaria alla vita delle cellule. 

Le sue funzioni sono tantissime:

  • è il solvente di in cui avvengono le reazioni metaboliche
  • è una fonte di sali minerali
  • è il costituente principale delle cellule e ne regola il volume
  • regola la temperatura corporea
  • permette il trasporto dei nutrienti e delle scorie
  • ha una funzione lubrificante a livello del tubo digerente, permettendo la progressione del bolo, e a livello delle giunzioni articolari (liquido sinoviale).

FABBISOGNO :

Esistono una serie di fattori che influenzano il fabbisogno d’acqua di un individuo, questi sono  l’alimentazione, la temperatura ambientale e l’attività fisica. Le RDA (Recommended Dietary Allowance) sono 1,0 ml/kcal per l’adulto e 1,5 ml/kcal per il bambino (corrispondente al rapporto acqua/energia del latte materno).

http://www.vicanutrizione.it/wp-content/uploads/infografica-acqua-803x1024.jpg

ACQUA: L’INTEGRATORE INDISPENSABILE

Durante l’ esercizio fisico si verifica un aumento della temperatura corporea, aumenta il flusso sanguigno e a livello cutaneo la sudorazione. La produzione di sudore che consegue l’attività fisica dipende dall’intensità dell’esercizio fisico, dalla durata, dal vestiario, dalla temperatura ambientale dalla ventilazione e dall’umidità.

Le perdite d’acqua che si verificano, se non sostituite dall’assunzione di liquidi, provocano un deficit d’acqua corporea con conseguente stress termico e cardiovascolare  che sfoceranno in un peggioramento della prestazione fisica.

Se il rifornimento non è adeguato alle uscite, l’atleta è esposto al rischio di disidratazione che, oltre a rappresentare un grave rischio per la salute, riduce la performance di endurance del 2% per ogni centesimo di peso corporeo perso.

Una carenza di acqua è mal tollerata dell’organismo, la capacità di prestazione atletica si riduce al grado di disidratazione del nostro corpo: una perdita del 2% del volume dell’ ATC (acqua totale corporea) altera la termoregolazione e influisce negativamente sull’efficienza e sulle capacità fisiche del soggetto, mentre una perdita del 5% comporta il rischio di crampi ed è in grado di determinare una riduzione del 30% della prestazione sportiva. Perdite idriche maggiori compromettono l’omeostasi dell’organismo e risultano particolarmente pericolose fino a diventare addirittura rischiose per la vita (ipetermia e colpo di calore). 

Il timing della reidratazione, inoltre, è cruciale ed è bene ricordare che la sete non rappresenta un segnale affidabile e sufficiente a garantire una corretto ristoro post-allenamento. Ogni atleta che rispetti la propria salute deve imparare quindi a bere oltre la sete, provando in allenamento (mai in gara) la strategia meglio tollerata e che più si addice alle proprie esigenze.

Ecco un possibile schema per reintegrare correttamente i liquidi:

  • 500 ml di acqua venti minuti prima di iniziare la gara o l’allenamento.
  • Durante la prestazione sportiva preferire piccoli volumi di liquidi da introdurre frequentemente. Sono adeguati 200-250 ml di acqua ogni venti minuti. A elevate temperature, oltre i 27-30°C, l’apporto idrico andrebbe aumentato a circa 400 ml.
  • Alla fine dell’attività bere 750 ml di acqua (o sport drink diluito) ogni 1/2 kg di peso corporeo perso. Nella fase di recupero è particolarmente importante non utilizzare bibite contenenti caffeina che possono aumentare la diuresi e, peggio ancora, bevande alcoliche che influiscono negativamente con i processi fisiologici alla base della reidratazione, della risintesi del glicogeno e della riparazione dei microtraumi muscolari.

Questo schema di base poi, dovrebbe essere adattato al tipo di disciplina sportiva, alla durata e all’intensità dello sforzo e alla possibilità pratica di poter bere nel corso dell’attività.

Dunque Cari Sportivi professionisti e amatoriali la principale integrazione di cui avete bisogno è quella idrica, ciò vale tanto per gli sportivi di elitè che per quelli di minor livello tecnico.

Dott.ssa  Sabrina Canichella

Biologa Nutrizionista

Bibliografia

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *